venerdì 10 gennaio 2014

Blue Jasmine (2013)

Due righe per parlare di un film di un regista di cui forse non dovrei parlare, viste le mie ingiustificabili lacune nella sua filmografia. Ma freghiamoci di queste sciocchezze.
Dopo aver diretto una porcheria del calibro di To Rome with Love, Woody Allen torna con un film per certi versi molto particolare. Quello che inizialmente potrebbe essere scambiato per una commedia nera, diventa, man mano che si prosegue la visione, un film che si potrebbe benissimo definire drammatico. Questo "smascheramento" avviene attraverso numerosi flashback, inseriti nella storia del decadimento economico e soprattutto psicologico di una donna, una bravissima e nevroticissima Cate Blanchett, abituata a vivere nel lusso, che si ritrova con i piedi per terra in seguito all'arresto per frode del ricco marito, e costretta quindi a chiedere aiuto alla sorella più povera e rozza. Si inserisce quindi in questo contesto anche un tagliente umorismo indirizzato alla questione della divisione tra classi sociali, prendendo di mira soprattutto il lato della borghesia arricchita, ma in cui i colpi non vengono risparmiati per nessuno, e nessuno viene dipinto come santo privo di peccati. Al centro di tutto il personaggio di Jasmine, odioso ma terribilmente affascinante lungo tutto il suo percorso in discesa, fino a un devastante ma inevitabile finale, che rimane aperto quanto basta per lasciar trarre ad ognuno le sue conclusioni.

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